In una casa confiscata alla criminalità, un safe space
contro la discriminazione di genere e ogni forma di violenza.
Sulle rovine di un edificio confiscato alla criminalità, prende forma La Casa dei Mandarini. A ispirare l’ideazione, l’unico elemento in vita presente nel cortile abbandonato: un mandarino che vegeta e si riproduce a dispetto del degrado intorno. Proprio come l’audace albero con le sue radici è riuscito a esplorare substrati fertili, così La Casa dei Mandarini diventa simbolo di coscienza collettiva e rinascita.
Un centro di aggregazione e socialità, un luogo di incontro e di svago. Una realtà che supporta l’empowerment femminile e le forme di autoimpiego. Ma soprattutto un safe space che dissemini una cultura anti-violenza e contro la discriminazione di genere, che accolga donne e bambini che vivono situazioni di marginalità e sopraffazione.
Luogo:
Santa Maria Imbaro (CH)
Anno:
2022 – in progress
Tipologia:
Centro civico e antiviolenza
L’edificio di 310 mq si sviluppa su tre livelli, con accessi indipendenti a est e ovest. L’intervento prevede la parziale demolizione e ricostruzione dell’immobile, puntando su trasparenza e accoglienza, e preservando la facciata ottocentesca come elemento di continuità storica.
L’obiettivo principale è creare un collegamento tra il centro storico di Santa Maria Imbaro e il giardino de La Casa dei Mandarini, rendendo gli spazi accessibili e inclusivi per l’intera comunità.
Gli interni sono articolati in due aree principali: l’ala est, dedicata alla socialità con spazi aperti e accoglienti, e l’ala ovest, destinata a servizi sanitari di prossimità e a un centro antiviolenza con sportello di ascolto. Quest’ultima zona, progettata per garantire l’accessibilità, è connessa a tutti i piani dell’edificio.
Un nuovo volume retrostante, realizzato con un sistema in acciaio lavorato a secco, completa il complesso architettonico e introduce i visitatori al giardino tramite un ingresso caratterizzato da una fascia in rame.
Al piano superiore, gli spazi sono concepiti per funzioni polivalenti: una scala a nastro collega gli ambienti, mentre una parete concava organizza diverse aree, tra cui armadietti per i visitatori, una sala riunioni e un deposito. Una libreria continua funge da elemento centrale. L’ala est si distingue per la sua flessibilità, offrendo aree per attività ludiche e culturali, con una gradonata che integra cassettoni per giochi e libri. È presente anche uno spazio per bambini, delimitato da tendaggi e una pavimentazione dedicata, pensato per attività educative. Infine, una scala a chiocciola conduce a un soppalco progettato per studio, lettura e lavoro collaborativo, arricchito da un grande tavolo e librerie integrate.
Il giardino de La Casa dei Mandarini, che guarda verso il mare, è accessibile a tutti, con percorsi che collegano la struttura alla scuola vicina. I terrazzamenti ospitano aree per attività educative come giardinaggio e orticoltura urbana, e spazi per giochi tradizionali. La gradonata del giardino, elemento distintivo, si collega al piano seminterrato dell’edificio, che si apre progressivamente verso l’esterno. Questo piano ospita una sala di registrazione, un laboratorio di fotografia e spazi per attività teatrali e musicali della scuola vicina, con una gradonata che funge da proscenio naturale verso il giardino.
Team:Arch. Federico Sorgi, Daniel Caramanico, Simone Esposito, Francesco Di Camillo, Giorgia Ranieri, Alisia Graziosi, Arianna Di Giampietro, Nicola Ricci, Mauro, Enrico Porreca
Render: LAP architettura
Collaboratori: Architetto del paesaggio Marilena Baggio, Prof. Carlo Colloca docente di Analisi sociologica e metodi per la progettazione del territorio dell’UNICT, Dott.ssa Antonella Agnoli designer culturale, Dott.ssa Nicla Roberto fundraiser e CIVICA.